Teatro

PRESENTE E FUTURO DEL FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA

PRESENTE E FUTURO DEL FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA

Il XXXVIII Festival della Valle d'Itria si è rivelato ancora più ricco di eventi rispetto alla precedente edizione. Il mestro Alberto Triola, direttore artistico, ha saputo conciliare passato e presente e presentare un cartellone vario e con novità che sicuramente avranno un seguito. La presenza di quattro opere (recensioni nel sito), certamente è un fatto in sé già importante, a cui si aggiungono eventi musicali scanditi in quasi un mese nella Valle d’Itria.

La novità del week end musicale, in cui nel fine settimana dal 27 al 30 luglio si sono concentrati i principali eventi, ha permesso ad un pubblico maggiore di seguire tutte le attese opere e diversi concerti. Oltre alle opere recensite, abbiamo potuto ascoltare alcuni concerti che il Festival quest’anno ha realizzato valorizzando il patrimonio artistico di Martina Franca e della Valle d’Itria, specialmente quello normalmente chiuso al pubblico. L’iniziativa “Fuori orario” prevedeva concerti in vari momenti della giornata: all’ora sesta, cioè a mezzogiorno, con due appuntamenti domenicali in due chiese. I “concerti del sorbetto”, concerti aperitivo nel Chiostro dell’ex convento di San Domenico, che si svolgevano alle 18. Infine, “canta la notte”, serie di concerti “notturni” in alcune chiese normalmente chiuse.

Abbiamo potuto seguire, il 28 luglio, nel chiostro di San Domenico, Tempo di quartetto, con l’esecuzione della Summa per quartetto d’archi di Arvo Pärt, musicista estone contemporaneo, legato al minimalismo, la cui Summa dimostra come sia possibile ottima musica con l’utilizzo di un’armonia estremamente semplice e la riduzione ai minimi termini del materiale compositivo. Infatti secondo lo stesso Pärt : Tre note di un accordo sono come campane. A questo brano è seguito il Quartetto in Do maggiore KV 465 Dissonanze di Wolgang Amadeus Mozart, che ci ha portati ad una realtà totalmente diversa di intendere la musica. Questi brani sono stati ottimamente eseguiti dal Quartetto d’archi Gioconda De Vito, composto solamente da donne. Al termine non poteva mancare il sorbetto offerto dal Caffè Tripoli.

Dopo l’esecuzione serale di Nûr, alle 23 c’era l’appuntamento con il concerto notturno presso lo stupendo Oratorio della Confraternita di S. Maria Immacolata dei Nobili, nel pieno centro di Martina, un capolavoro del rococò pugliese. Le piccole dimensioni di tale oratorio hanno fatto sì che il concerto replicasse anche alla mezzanotte. In un clima più sacro abbiamo ascoltato due pezzi veramente straordinari: il Veni dilectae mi per soprano, alto e organo, dal Cantico dei Cantici di Pierluigi da Palestrina, eseguito da Laura Maddaluno e Candida Guida, all’organo il maestro Antonio Greco, mirabile per precisione stilistica. E’ seguito poi le Litaniae B. Virginis dalla Messa a quattro voci e salmi di Claudio Monteverdi; oltre alle già citate cantanti si sono esibiti Margherita Rotondi, Giuseppe Cacciapaglia, Markus Nykänen e il basso Giampiero Cicino, alla tiorba Giuseppe Petrella e Ludovica Rana al violoncello.

Domenica 29 luglio, per la serie dei concerti “all’ora sesta”, nella splendida chiesa di S. Antonio dei Cappuccini, esempio straordinario di arte ebanistica dei primi del XVII secolo, il soprano Laura Maddaluno, accompagnata dal Quartetto d’archi “Gioconda De Vito”, ha eseguito la Salve Regina in La maggiore di Franz Schubert, un brano di un’intensità spirituale e drammatica veramente eccezionale, che ben si accompagnava al contesto. E’ poi seguito la già ascoltata Summa di Pärt ed infine la Serenata in mi minore op. 20 di Edward Elgar, compositore inglese dei primi del XX secolo, seguace della corrente romantica.

Il Festival della Valle d'Itria non è solo musica; possiamo ricordare il premio giornalistico “Lorenzo D’Arcangelo” consegnato a Josè Minervini del Corriere del Giorno per i servizi realizzati nel corso del Festival (il premio viene consegnato ogni anni a un giornalista che con il suo lavoro ha reso lustro al Festival e alla Valle d’Itria: Lorenzo D’Arcangelo fu un giornalista martinese del Corriere del Giorno, che dedicò anni e lavoro per lo sviluppo e la concretezza del Festival della Valle d’Itria). Il presidente del Festival Franco Punzi ha infine ricordato come il 2012 segna l’inizio di una nuova storia per Martina Franca, la creazione della Fondazione del Festival della Valle d’Itria, che permetterà uno sviluppo e la creazione di nuove modalità per l’arte musicale in Valle d’Itria. Il futuro, come ricordava Punzi, non è roseo, vista la situazione economica mondiale e locale, ma questo nuovo passo permetterà senz’altro opportunità artistiche e lavorative; pertanto quale sarà il futuro del Festival? Il comm. Punzi ha potuto affermare con certezza che si farà, rafforzato e senza dubbio ancora migliorato.